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La rivoluzione smart working è la chiave per la felicità.


Smart working, la vera rivoluzione è l’impatto sulla felicità collettiva.

De Masi e Aidr insieme per la digitalizzazione e lo sviluppo 

sostenibile delle imprese

“Lo smart working non è una necessità legata alla contingenza, può e 

deve rappresentare una opportunità di sviluppo per le imprese 

pubbliche e private in Italia e una chiave per conquista della 

felicità della collettività.”  Così il Prof. Domenico De Masi, 

sociologo del lavoro, intervenendo all’evento online promosso da 

Italian Digital Revolution - AIDR (www.aidr.it), associazione per la 

diffusione della cultura digitale.




Il Webinar in diretta sulla pagina Facebook @AIDR “Smart working, la 

nuova rivoluzione”    http://bit.ly/AIDR   ha analizzato attraverso il 

contributo di esperti del settore, l’impatto della nuova modalità di 

lavoro sulle realtà produttive. “Profeticamente ha sottolineato il 

prof. De Masi, John Maynard Keynes lo scorso secolo aveva sottolineato 

i limiti della società odierna, con la relativa incapacità di 

redistribuire i tempi di lavoro ed equilibrarli. Abbiamo assistito- ha 

continuato De Masi- nel nostro Paese ad un’incapacità culturale, 

soprattutto della classe dirigente di accettare di perdere il 

“controllo fisico” sul dipendente. Si bada al tempo e non alla qualità 

di quanto fatto. L’overtime, il troppo tempo passato a lavoro però 

impedisce di essere creativi e di essere felici.” In Italia si lavora 

circa 1800 ore pro capite in un anno a fronte delle 1400 della 

Germania, ma lì la produttività è più alta.  “Proprio questo 

approccio, la mancanza di fiducia nei confronti delle capacità del 

dipendete di poter lavorare anche a distanza, ha impedito, secondo il 

professore universitario, almeno fino allo scorso marzo, lo sviluppo 

dello smart working. In Italia erano davvero molto esigue le realtà, 

nel resto d’Europa, il lavoro a distanza era già una realtà 

strutturata prima del 2020.  La pandemia ha portato il lavoro agile 

per oltre 8 milioni di dipendenti, in tutta fretta. Eppure- ha 

evidenziato il professore, nonostante il lavoro a distanza si sia 

imposto di fatto, c’è chi vorrebbe confinarlo ad una situazione 

temporale, non cogliendo tutte le opportunità e i benefici del lavoro 

a distanza.” Ora però è il momento di trasformare l’emergenza in 

opportunità di crescita, creando una rete virtuosa in grado di 

accompagnare i dipendenti e i datori di lavoro. In quest’ottica, sarà 

istituito un network di confronto per le aziende, con una cabina di 

regia di AIDR.




“Con prezioso contributo del prof. Domenico De Masi- ha 

sottolineato il presidente di AIDR Mauro Nicastri, vogliamo creare un 

punto di riferimento per le aziende illuminate che credono che la 

rivoluzione dello smart working possa portare un beneficio ai 

dipendenti, all’azienda, alla società e all’ambiente. Le testimonianze 

ricevute oggi nel nostro webinar- ha continuato Nicastri- da Paola 

Mansi, dell’Agenzia per l’Italia Digitale, ad Alessandro Bacci, 

direttore affari istituzionali, personale e sistemi informativi 

Regione Lazio, a Sergio Alberto Codella, avvocato giuslavorista 

esperto di Smart Working e Gennaro Petrone, dottore commercialista e 

revisore legale ed esperto in processi amministrativi in ambito 

sanitario;  ci indicano che ci sono esempi virtuosi, che possono fare 

da apripista alla nuove opportunità legate allo smart working. 

Vogliamo- ha concluso Nicastri - che il lavoro sia davvero agile. La 

digitalizzazione rappresenta una spinta senza precedenti allo sviluppo 

di un nuovo modo di approcciarsi al lavoro, ma ci sono altri fattori 

da considerare: legale, organizzativo e ovviamente culturale.”




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